pandemia au-pair

Au-pair e pandemia

A distanza di un anno dalla pandemia, ognuno di noi ha imparato a convivere con questa nuova normalità, compresi noi au-pair.

Ricordiamo che i limiti, in alcuni casi l’impossibilità, a viaggiare e varcare i confini internazionali hanno messo a repentaglio il programma alla pari in tutto il mondo. Per fortuna in molti paesi la situazione è ritornata accettabile ed è consentito spostarsi per necessità, tra cui lavorare come au pair.

In ogni caso, il programma au pair ha cambiato la sua ragion d’essere. Dalla sua natura dinamica e avventurosa di esperienza all’estero, è diventato qualcosa di diverso, che prevede sempre uno scambio culturale di fondo ma necessariamente limitato. Spesso non c’è più la possibilità di frequentare corsi di lingua di persona, incontrare altri internazionali o viaggiare per il paese ospitante.

Per questo motivo molti au-pair hanno deciso di rinunciare all’esperienza proprio a causa della pandemia. Sono però emerse alcune alternative al programma alla pari che sfruttano le nuove tecnologie a loro favore. Per esempio, alcune piattaforme stanno offrendo soluzioni di babysitteraggio online. Questa alternativa è pensata più che altro a coniugare la praticità di lavorare da casa propria – senza viaggiare – e di occuparsi di bambini a distanza.

Pur non essendo comparabile alla praticità di avere un au pair a casa, o di partire per un paese sconosciuto per scoprirne la cultura, l’au pairing online sembra essere un’alternativa valida in tempi di pandemia.